Giardini Privati si mostra


Giardini privati

Giardini privati

Chiara Ferrin

Rope gallery 11 maggio – 14 agosto 2019

Inaugurazione sabato 11 maggio ore 18.00

Modena, via Antonio Scarpa 18

“Chiusi dentro a recinzioni che proteggono da sguardi indiscreti, considerati puro ornamento, su di loro come una scure si abbatte l’uomo, sempre più abituato a considerare gli alberi del proprio giardino come una proprietà privata, sulla quale esercitare tutto il proprio potere. La natura, quella spontanea e ribelle, non è previsto che si esprima liberamente al di qua della rete, quindi va domata, repressa, mutilata. Ciò che di vitale possiede e ci dona un albero non sembra interessare.

E’ altrove, dove l’uomo non interviene più, che la natura compie la sua rivoluzione e si riproduce, sfidandoci”.

Sabato 11 maggio alle ore 18.00 presso la Rope gallery di Modena sarà inaugurata la mostra personale “Giardini privati” di Chiara Ferrin. La mostra, curata da Federica Petricca, direttrice della Rope Gallery, si compone di diciassette fotografie, di cui sei dittici che propongono la stessa inquadratura prima e dopo brutali interventi di potatura all’interno di giardini privati, alternati a immagini di un bosco spontaneo nato nella periferia urbana. Un percorso studiato per condurre lo spettatore verso una riflessione sui devastanti effetti causati dalla mancanza di coscienza ambientale.

Giardini privati è corredato di un testo di Laura Manione, curatrice del lavoro di Chiara Ferrin.

 

Giardini Privati”, mostra personale di Chiara Ferrin

Rope gallery, Via Antonio Scarpa 18 Modena 

Dall’11 maggio al 31 agosto 2019 Inaugurazione sabato 11 maggio ore 18.00 

Orari della mostra: dal Lun-Ven: 18.00-19.30 Sabato 9.30-12.30/15.30-19.30 

Domenica su appuntamento

per maggiori informazioni tel. 3485764425 – email info@ropegallery.com 

 

 
ROPE Contemporary Art Gallery 
P.IVA 03770560369 +39 348 5764425 - info@ropegallery.com

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“Nessuno ha compreso la sofferenza esistenziale davanti alla distruzione del paesaggio meglio di un grande poeta italiano e veneto, Andrea Zanzotto. Per lui, <il paesaggio è trovarsi davanti a una grande offerta, a un immenso donativo, che corrisponde all’ampiezza dell’orizzonte. È come il respiro stesso della psiche, che imploderebbe in se stessa se non avesse questo riscontro>. Proprio per questo, <un bel paesaggio una volta distrutto non torna più, e se durante la guerra c’erano i campi di sterminio, adesso siamo arrivati allo sterminio dei campi: fatti che, apparentemente distanti fra loro, dipendono tuttavia dalla stessa mentalità>. La violenza sul paesaggio, suggerisce Zanzotto, è il rovescio e l’identico della guerra, della violenza dell’uomo sull’uomo: esprime energia e vitalità (talora proprio per reagire alla guerra), ma lo fa provocando nuove distruzioni.
Si fa in nome della vita, ma sotto il segno della morte.”

Salvatore Settis, Paesaggio costituzione cemento

 

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“Il consumo di territorio spinge al limite estremo il distacco dalla natura, ingoiando implacabile coste e montagne, boschi e dune, allontanando la coscienza della terra che produce cibo e ci nutre. Non solo: esso devasta anche gli orizzonti socioculturali prodotti nel lungo corso dei secoli, e talora li irride salvandone con malcelato disprezzo frammenti ‘simbolici’, che sopravvivono senza dignità e senza respiro, soffocati fra le brutture. L’autostrada taglia in due il parco di una villa palladiana, l’acquedotto romano è assediato dai condomini, neograttacieli che imitano (invano) New York e Chicago, o piuttosto Singapore e Dubai, guardano dall’alto in basso chiese e palazzi barocchi. Un neospazio dominato dal denaro e dal mercato uccide la storia di tutti, violenta la vita di ognuno.”

Salvatore Settis, Paesaggio costituzione cemento

 
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Modena, Parco delle Rimembranze. Ogni albero è stato piantato in memoria di un caduto della Grande Guerra nel 1922 ca. ©Chiara Ferrin 

 
 
 

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“Ma forse il più antico esempio di eterotipia è il giardino, creazione millenaria che in Oriente aveva certamente un significato magico. Il tradizionale giardino persiano è un rettangolo diviso in quattro parti. Queste quattro parti rappresentano le quattro parti del mondo, i quattro elementi di cui si compone il mondo e, al centro, nel punto di incontro fra questi quattro rettangoli si trovava uno spazio sacro – una fontana, un tempio – e intorno a questo centro doveva trovarsi riunita tutta la vegetazione del mondo. Ora, se si pensa che i tappeti orientali erano inizialmente delle riproduzioni di giardini – ‘giardini d’inverno’ nel senso stretto del termine – si comrende il valore leggendario dei tappeti volanti, dei tappeti che percorrevano il mondo. Il giardino è un tappeto, nel quale il mondo tutto intero realizza la sua perfezione simbolica, e il tappeto è un giardino che si muove attraverso lo spazio. D’altronde era parco o tappeto quel giardino che descrive il narratore delle Mille e una notte? È chiaro che tutte le bellezze del mondo vengono a raccogliersi in quello specchio. Il giardino, fin dall’antichità più remota, è un luogo di utopia. Si ha spesso l’impressione che sia facile ambientare i romanzi nei giardini: è che in effetti i romanzi sono nati dall’istituzione stessa dei giardini. L’attività romanzesca è attività di giardinaggio.

Michel Foucault, Utopie Eterotipe

 

ChiaraFerrin
 

©Chiara Ferrin 

 
 
 

CESURA | PROGETTAZIONE E PUBBLICAZIONE DI UN PROGETTO FOTOGRAFICO


CESURA | PROGETTAZIONE E PUBBLICAZIONE DI UN PROGETTO FOTOGRAFICO | MODENA 28-29 APRILE 2018

Con Arianna Arcara e Luca Santese

Per informazioni e iscrizioni
foto@chiaraferrin.com
Telefono 3283260054

 


 

Il workshop ha l’obiettivo di guidare i partecipanti nella finalizzazione di un progetto fotografico. Particolare attenzione verrà data alle modalità più appropriate per selezionare le fotografie allo scopo di ultimare un progetto in relazione alla sua pubblicazione.  Attraverso l’analisi delle pratiche di Editing e Storytelling si mira a fornire gli strumenti necessari alla costruzione di un progetto fotografico finalizzato alla pubblicazione editoriale e alla progettazione e realizzazione di una mostra e di un libro fotografico. A questo scopo si darà particolare attenzione ai progetti degli studenti di cui si discuterà forma e contenuto in modo da migliorarne l’efficacia nell’ambito di competenza. Verranno approfondite le strategie di diffusione, promozione e distribuzione del propri progetti. È richiesto allo studente di presentare una selezione delle proprie immagini o un progetto in fase di realizzazione.

Giorno 1

• Introduzione a Cesura e a Cesura Publish. Perché costituire un gruppo di lavoro indipendente finalizzato alla produzione indipendente di qualità attraverso l’imposizione sul mercato editoriale internazionale e la produzione interna di prodotti editoriali librari.

• Introduzione a editing e storytelling attraverso la lettura del libro Found Photos in Detroit con approfondimento dei criteri di realizzazione dal concepimento alla realizzazione editoriale ed espositiva del progetto. Come scegliere, progettare e finalizzare un idea di progetto fotografico concretizzandolo nella realizzazione di un pubblicato editoriale, un libro e un progetto espositivo.

• Editing: la scelta delle immagini. Metodologie nell’editing secondo il genere e approfondimenti sull’ibridazione tra generi. I linguaggi del fotogiornalismo, del ritratto, dello still-life e della fotografia documentaria dialogano nella costituzione di nuovi generi ibridati. Esemplificazione attraverso l’analisi di progetti realizzati da fotografi di Cesura e del panorama internazionale.

• Storytelling: pensare una storia. Analisi dei criteri di narrazione attraverso l’utilizzo dell’immagine fotografica. Come costituire una sequenza di immagini pensata e finalizzata al racconto, alla documentazione ed all’innovazione dello stesso linguaggio fotografico nel suo utilizzo narrativo e di ricerca. Analisi delle strategie di diffusione e promozione del proprio lavoro.

Giorno 2

• Discussione sui progetti degli studenti attraverso gli elementi di critica forniti.

 

Arianna Arcara è nata a Monza nel 1984.

Ha studiato fotografia presso l’Istituto Europeo di Design dove ha ottenuto una borsa di studio per il Milwaukee Institute of Art and Design.

Dopo gli studi inizia a lavorare come assistente per il fotografo Alex Majoli e nel 2006 fonda con Luca Baioni, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sala e Luca Santese il gruppo fotografico Cesura.

Nel 2009 è stata selezionata nella ‘’Young Blood 09 Selezione Annuale dei talenti italiani nel mondo”.

Nel 2010 ha vinto il Premio Canon Giovani Fotografi con il progetto “Woodward Silence” ed è stata selezionata per il Premio Riccardo Pezza con il lavoro

“Po/The River”.

Sempre nel 2010 espone il suo lavoro “Found Photos in Detroit” al Le Bal Space/Parigi e nel 2011 al Kulturhuset di Stoccolma.

In seguito alla mostra, nel 2012, viene pubblicato il libro “Found Photos in Detroit” che riceve diverse selezioni come miglior libro dell’anno.

Nel 2013 viene nominata per partecipare a “Plat(T)form 2013”, selezione annuale di fotografi emergenti Europei presso il Fotomuseum di Winterthur.

Nel 2014 il progetto “Found Photos in Detroit” viene esposto al Museum of Contemporary Art di Chicago e il libro viene selezionato per far parte del volume

“The Photobook: A History Volume III”.

I suoi lavori sono stati pubblicati in diversi magazine nazionali e internazionali ed esposti in diversi musei e gallerie fra quali: Spazio Forma/Milano,

Triennale/Milano, Le Bal Space/Parigi, MoCP/Chicago, Kulturhuset/Stoccolma, OGR/Torino.

Nel settembre 2014 il progetto “Carte de visite”, curato da Roberta Pagani e presentato dall’associazione Nopx vince il bando della Compagnia di San

Paolo/Torino, CAP 10152.

Nel 2015 viene selezionata per far parte del progetto epea03, European Photography Award.

 

Arianna Arcara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luca Santese
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

Luca Santese (1985) é nato e cresciuto nell’area di Milano.
Ha studiato all’Istituto Statale d’Arte di Monza e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Durante gli anni dell’accademia ha iniziato a lavorare nel laboratorio di stampa di Alex Majoli e nel 2008 ha fondato con Arianna Arcara, Luca Baioni,
Gabriele Micalizzi, Andy Rocchelli e Alessandro Sala il gruppo Cesura.
Cesura é un gruppo di fotografi che produce progetti indipendenti. L’idea centrale é quella di creare un gruppo forte ed indipendente capace di produrre qualità e
ricerca in ambito artistico.
Nel 2009 é stato selezionato da Photolucida Critical Mass come nuovo talento.
Nel 2010 é stato selezionato dal premio World Press Photo con il progetto Detroit 2009-2010 e nello stesso anno ha esposto per la prima volta il progetto
Found Photos in Detroit al Le Bal Space di Parigi a cui sono seguite le esposizioni al Kulturhuset di Stoccolma, alle OGR di Torino e al MoCP di Chicago.
Nel 2011 ha pubblicato – con Arianna Arcara – il libro Found Photos in Detroit che ha collezionato sette nomination come miglior libro fotografico dell’anno
e recentemente selezionato da Martin Parr e Garry Badger per la collana: Photobook: A History Vol III, che raccoglie i migliori 200 libri fotografici dopo la
seconda guerra mondiale.
Il lavoro di Luca é stato pubblicato ed esposto in Europa, Russia e Stati Uniti.

Materiale Necessario

Per ogni studente una selezione di massimo 150/200 fotografie parte di uno o più progetti o di un portfolio personale in formato digitale (in aggiunta anche alcune stampe se i partecipanti hanno piacere)

 

Dove: Teatro dei Venti via San Giovanni Bosco 150 41121 Modena

Come arrivare:

da Modena sud

Dalla stazione dei treni, autobus numero 1,

fermata via Puccini, incrocio con via San Giovanni Bosco.

 

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Conversazione e documentazione visiva con Franco Vaccari | Conduce l’incontro William Guerrieri


SABATO 14 APRILE 2018

In collaborazione con Teatro dei Venti e Biblioteca Poletti, a cura di Chiara Ferrin,
Lo Sguardo Degli Altri presenta:

FRANCO VACCARI | CONVERSAZIONE E DOCUMENTAZIONE VISIVA |

CONDUCE L’INCONTRO WILLIAM GUERRIERI

ore 17.30 presso la Sala dell’Ex Oratorio – Palazzo dei Musei – Modena (Si accede da Viale Vittorio Veneto 5, e da da Piazzale Sant’Agostino 337)

L’incontro è a ingresso libero
Per informazioni
foto@chiaraferrin.com
Telefono 3283260054

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Franco Vaccari, Esposizione in tempo reale, lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio, 1972
 

"Franco Vaccari, Esposizione in tempo reale, lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio, 1972"

 

Franco Vaccari (1936, Modena) compie studi a indirizzo scientifico laureandosi in fisica. Esordisce come poeta visivo con Pop esie (1965), Entropico e Le tracce (1966). Nel 1972 è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, dove conquista notorietà internazionale con l’Esposizione in tempo reale # 3 “Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio”. Nelle “Esposizioni in tempo reale”, importante è il ruolo della fotografia che è utilizzata sia come documento, che come strumento per la realizzazione dell’evento, che spesso prevede il ruolo attivo dello spettatore nel dare significato all’opera prodotta. Dalle prime “Esposizioni in tempo reale”, la riflessione teorica sulla fotografia accompagnerà sempre l’attività artistica di Franco Vaccari, con la produzione di brevi saggi e pubblicazioni fra i quali l’importante “Fotografia ed inconscio tecnologico”, edito nel 1978. Oltre alle successive partecipazioni alla Biennale di Venezia del 1980 e del 1993, con due sale personali, numerose sono le esposizioni in Italia e all’estero fra le quali ricordiamo una mostra antologica nel 1984 al Museum Moderner Kunst di Vienna, la partecipazione nel 1986 alla XI Quadriennale di Roma.

Nel 1999 partecipa alla mostra “Minimalia” al PS1 Contemporary Art Center di New York, nel 2001 è a Varsavia presso il Centro per l’Arte Contemporanea, nel 2004 a Praga all’Istituto Italiano di Cultura e nel 2008 a Lugano al Museo Cantonale d’Arte. Ancora in anni più recenti partecipa a importanti esposizioni a livello internazionale fra le quali la Biennale di Gwangju (Corea del Sud) e la mostra “Strange Comfort” alla Kunstalle di Basilea. A tutt’oggi ha realizzato 45 “Esposizioni in tempo reale”, numerosi video e 28 libri d’artista.

 

William Guerrieri (1952, Modena) è fotografo e curatore, ed è stato negli anni Novanta ideatore del progetto Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea (Rubiera, Reggio Emilia). Ha curato per Linea di Confine numerose mostre fra le quali “Via Emilia. Fotografie, luoghi e non luoghi” (L’Ospitale, Rubiera, 1999/2000), “Luoghi come paesaggi. Fotografia e committenza pubblica in Europa negli anni Novanta” (Galleria degli Uffizi, Firenze, 2000), “Linea veloce Bologna-Milano” (l’Ospitale, Rubiera, 2003-2010) e con Antonello Frongia “Red Desert Now! L’eredità di Antonioni nella fotografia italiana contemporanea” (L’Ospitale, Rubiera, 2017). Ha partecipato come autore a numerose esposizioni in Italia ed in Europa e ha pubblicato monografie e saggi fra i quali “Attualità del documentario” in “Luogo e identità nella fotografia italiana contemporanea” a cura di Roberta Valtorta, Einaudi, Torino, (2013).

 
 

MAURIZIO BUSCARINO | UNA FOTOGRAFIA




MAURIZIO BUSCARINO | UNA FOTOGRAFIA | MODENA 25 NOVEMBRE 2017

RIMANDATO AL 17 MARZO 2018

scheda iscrizione Maurizio Buscarino

 

"Amleto nel cortile dell'aria" ©Maurizio Buscarino

©Maurizio Buscarino.
“Amleto nel cortile dell’aria”
Compagnia della Fortezza, Carcere di Volterra 2001

 

L’incontro con Maurizio Buscarino si svolgerà nel pomeriggio di sabato 17 marzo e sarà dedicato al racconto del suo percorso, del suo approccio col teatro e del pensiero che lo ha guidato in una ricerca costante e profonda. Non un corso di fotografia di scena, ma un’immersione nel periodo che lo ha legato alla storia del teatro contemporaneo.
Una lezione di fotografia e di cultura teatrale insieme.

Nel corso dell’incontro Maurizio Buscarino proietterà due video di montaggi sonori, “Ombre di legno” e “In cerca di luce”.

Per informazioni e iscrizioni potete scrivere a foto@chiaraferrin.com o telefonare al
328 3260054 oppure potete direttamente completare e inviare la scheda di iscrizione

“Ho sempre cercato di vedere il teatro dal punto di vista della mia estraneità, il sentimento necessario per “vedere”, come in strada, come nel gioco che facevo da bambino: quello di guardare chi viene, chi appare nella luce del campo visivo e se ne va dall’altro lato, di nuovo nel niente. Nel teatro e nella vita il niente è il senso primo e ultimo, è la quinta amniotica, il nulla, il nero. Qualcuno – ognuno – sbuca da questo nulla, attraversa uno spazio e un tempo, in un percorso più o meno complesso, per annunciare a “me” la sua scomparsa di nuovo nel nulla. Questo è il teatro: ma se ti poni da questo punto di vista è teatro anche l’attimo in cui ti guarda un capriolo nel bosco, o l’ambito interno della famiglia, o il carcere, ma anche la guerra, la piazza, le strade della città o quelle dei moderni pellegrini: è la vita nel campo del mio sguardo, che è tutto ciò che mi lega a questa vita.”
Teatro e Storia n.36-2015: Una fotografia, Maurizio Buscarino

“È essenziale stabilire un rapporto, anche senza troppe dichiarazioni d’intenti, in ore o notti di lavoro o in pochi istanti. Una premessa essenziale è sapere che la fotografia è una azione, un atto incidente e drammatico: si osserva la realtà disturbandola. Molto difficilmente la fotografia ha una connotazione umoristica. In essa si manifesta l’assenza: è un segno concreto che annuncia un’altra realtà, come una moneta d’argento che materializza il valore che si prende con la mano, per tenerselo.
Un ritratto, ma anche la sistemazione spaziale di ciò che accade nel luogo in cui si vede accadere qualcosa, non è solo il risultato di un’abilità nel manovrare gli attrezzi; non è trascurabile, ad esempio, una cultura di carattere pittorico o della storia dell’arte, che può far parte del bagaglio mentale del fotografo.
Nel rapporto di cui parlo, punto a toccare la presenza che transita dentro la maschera.
Nel teatro – il paesaggio umano che ho scelto – ho spiato la sospensione, la fatica, il sudore, la forza, ma anche l’instabilità, il timore e l’incantamento di chi compie il suo percorso nel mio campo visivo. Non mi sono sentito un’anima bella che prova il gusto della sensibilità allo spettacolo. Non volevo provare piacere, volevo capire. La mia estraneità al teatro non consisteva nel godere della finzione, ma nel vederne la realtà: la più grande e drammatica bellezza. Non mi sono sentito e non ho voluto essere un uomo di teatro, ma un uomo nel teatro.
Anche nella guerra ci sono i fotografi della guerra e i fotografi nella guerra. I primi sono fotografi aziendali, al soldo della forza. Gli altri sono fotografi che vanno a vedere ciò che accade realmente nella guerra. I primi sono quelli della guerra in Iraq, anime belle che hanno accettato di rappresentare la finzione del committente, dai quali non è venuta nessuna verità, falsi testimoni. I secondi, per esempio, sono quelli nella guerra in Vietnam – ne sono morti duecentocinquanta – che hanno contribuito in maniera importante a determinare la fine della guerra stessa, mostrandone la verità.
Ho sempre sentito l’avversione al servizio, pensando che l’onestà del mio lavoro e della mia testimonianza coincidesse con la mia piccola ma precisa necessità.”
Da un’intervista di Mariagiulia Colace.

 

 

Maurizio Buscarino (Bergamo, 1944)

Fra le firme più prestigiose della fotografia in Italia, dal 1973 produce un imponente lavoro sul teatro contemporaneo e, allo stesso tempo, una tenace e singolare rappresentazione della sua visione del mondo, restituendo immagini mirabili dal teatro europeo, americano e orientale, da Jerzy Grotowski a Tadeusz Kantor, dall’Odin Teatret a Eimuntas Nekrosius, dal teatro Kabuki al teatro nelle Carceri, dal teatro di Ricerca al teatro Lirico, dalla teatralità dei margini a quella istituzionale.
Nelle sue fotografie ogni Figura appare protagonista, collocata in un paesaggio costellato dai grandi dell’ultimo Novecento, insieme alla moltitudine degli sconosciuti. Tutti appaiono transitare sul palco dell’esistenza, ognuno nella propria fortissima unicità, ma tutti segnati da una comune appartenenza: la coscienza del rischio quotidiano dell’entrata in scena, per annunciare la propria scomparsa.

Tra i suoi libri:
Attore, Maurizio Buscarino, Regione Toscana, Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera, Pontedera (PI) 1980
La classe morta di Tadeusz Kantor, Maurizio Buscarino, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 1981
Vola Vola Peter Pan, Maurizio Buscarino, Marco Rota, Teatro Viaggio, Bergamo 1982
Portfolio, Maurizio Buscarino, La casa Usher, Firenze 1983
Il teatro abbandonato, Maurizio Buscarino, La Casa Usher, Firenze 1985
Il popolo del teatro, Maurizio Buscarino, Electa Leonardo Arte, Milano 1999
Kantor Il circo della morte, Maurizio Buscarino, Art& Edizioni, Udine 1997
Le Marche dei Teatri, Maurizio Buscarino, (2 volumi) Skira, Milano 2000
Un figlio dello Yiddish, Maurizio Buscarino, Electa Leonardo Arte, Milano 2000
Per antiche vie, Maurizio Buscarino, Electa Leonardo Arte, Milano 2001
Kantor, Maurizio Buscarino, Electa Leonardo Arte, Milano 2001
Post Cantum/un Paese, Maurizio Buscarino, Centro Culturale Poscante, Poscante 2001
Il teatro segreto, Maurizio Buscarino, Electa Leonardo Arte, Milano 2002
La giornata libera di un fotografo, Maurizio Buscarino, Titivillus Edizioni, Corazzano (Pi)
2002/06
Dèi Pupi, Electa Leonardo Arte, Milano 2003
Buio Luce Buio, Maurizio Buscarino, Titivillus Edizioni, Corazzano (Pi) 2003
Freigang eines Photographen, Maurizio Buscarino, traduzione e prefazione di Elmar
Locher, Edition Sturzflüg, Bozen – Studien Verlag, Innsbruck 2004
Gente di Zogno/che questo tempo chiamarono antico, Maurizio Buscarino, Comune di Zogno, Zogno 2004
Baj scenologia, Maurizio Buscarino, Titivillus Edizioni, Corazzano (Pi) 2004
Il mare dietro il muro, Maurizio e Federico Buscarino, Electa Milano 2008
Il segno inspiegabile, Maurizio Buscarino, Titivillus Edizioni, Corazzano (Pi) 2008
Solo Jazz/ dal Palazzetto al Donizetti, Maurizio Buscarino e Federico Buscarino, Elleni Galleria/Press R3, Bergamo 2014

 

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI
foto@chiaraferrin.com
Telefono 328 3260054

scheda iscrizione Maurizio Buscarino

 

DoveTeatro dei Venti via San Giovanni Bosco 150 41121 Modena

Come arrivare:

da Modena sud

Dalla stazione dei treni, autobus numero 1,

fermata via Puccini, incrocio con via San Giovanni Bosco.

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