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“Il consumo di territorio spinge al limite estremo il distacco dalla natura, ingoiando implacabile coste e montagne, boschi e dune, allontanando la coscienza della terra che produce cibo e ci nutre. Non solo: esso devasta anche gli orizzonti socioculturali prodotti nel lungo corso dei secoli, e talora li irride salvandone con malcelato disprezzo frammenti ‘simbolici’, che sopravvivono senza dignità e senza respiro, soffocati fra le brutture. L’autostrada taglia in due il parco di una villa palladiana, l’acquedotto romano è assediato dai condomini, neograttacieli che imitano (invano) New York e Chicago, o piuttosto Singapore e Dubai, guardano dall’alto in basso chiese e palazzi barocchi. Un neospazio dominato dal denaro e dal mercato uccide la storia di tutti, violenta la vita di ognuno.”

Salvatore Settis, Paesaggio costituzione cemento

 
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Modena, Parco delle Rimembranze. Ogni albero è stato piantato in memoria di un caduto della Grande Guerra nel 1922 ca. ©Chiara Ferrin