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“Per cominciare, ce la prendiamo con gli esseri che con quel luogo non hanno niente a che fare. Soprattutto se lì sono felici. Anzitutto eliminare, poi si vedrà.
Regolare, registrare, fissare le norme di un paesaggio, le quote di esistenza. Definire nemici, pestilenze o minacce gli esseri che osano valicare questi limiti. Istruire un processo, definire un protoccolo di azione: dichiarare guerra.
Io osservo la vita nella sua dinamica. Col suo normale tasso di amoralità. Non giudico, ma prendo le parti di quelle energie suscettibili di inventare situazioni nuove. Probabilmente a scapito del numero. Diversità di configurazioni contro diversità degli esseri. Una cosa non vieta l’altra”.

Gilles Clément, Elogio delle vagabonde

 

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©Chiara Ferrin