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Tour of the Monuments of Passaic

“… Camminando sul ponte, era come camminare su un’enorma fotografia fatta di legno e di ferro e, sotto, il fiume si presentava come un’enorme pellicola cinematografica che non aveva altro da mostrare che un bianco continuo … Lungo le rive del Passaic River c’erano numerosi monumenti di minore importanza, come i cavalletti in cemento che sostenevano la banchina di un’autostrada in costruzione. River Drive era in parte trasformata dai bulldozer e in parte intatta. Era difficile distinguere la nuova strada dalla vecchia; erano confuse entrambe in un caos unitario. Siccome era sabato, molte macchine non lavoravano, e questo le faceva sembrare delle creature preistoriche intrappolate nel fango, o meglio, delle macchine estinte – dinosauri meccanici a cui avevano strappato la pelle. Sul lato di questa preistorica Età della Macchina c’erano delle casette di prima e dopo la seconda guerra mondiale.
Mentre continuavo a camminare verso nord verso quello che era rimasto di River Drive, ho visto un monumento al centro del fiume – una gru che pompava in un tubo … una fontana monumentale fatta da sei camini orizzontali immetteva nel fiume un fumo liquido. Il grande condotto era misteriosamente collegato alla fontana infernale. Era come se, sodomizzando segretamente qualche orifizio tecnologico nascosto, avesse provocato l’orgasmo di un organo sessuale mostruoso (la fontana). Uno psicanalista direbbe senza dubbio che il paesaggio manifestava delle ‘tendenze omosessuali’, ma io non tirerei delle conclusioni così grossolanamente antropomorfiche. Mi accontenterei di dire: ‘Era là’ … Può essere che ero scivolato a un livello inferiore di futurità. Avevo lasciato un futuro per procedere  in un altro futuro? Sì, sicuramente. A questo stadio della mia odissea suburbana la realtà era ormai dietro di me. Se il futuro è desueto e fuori moda, allora avevo fatto un’incursione nel futuro. Mi ero trovato in un pianeta dove era tracciata la pianta di Passaic, una carta imperfetta, a dire il vero. Una carta siderale dove erano segnate linee della lunghezza delle strade, e blocchi quadrati della dimensione degli edifici. In ogni momento il suolo di cartone si sarebbe potuto aprire sotto i miei piedi. Sono sicuro che il futuro si è perso da qualche parte nella discarica di un passato non storico; sta nei giornali di ieri, negli annunci dei film di fantascienza, nei falsi specchi dei nostri sogni abbandonati. Il tempo trasforma le metafore in cose, le impila nelle celle frigorifere o le mette sui terreni di gioco celesti delle nostre periferie …
Avevo errato in un mondo immaginario che non riuscivo neanche io bene a immaginare. Questo panorama zero sembrava contenere delle rovine all’inverso, ossia tutte le costruzioni che sarebbero state costruite. È il contrario della rovina romantica: queste opere non cadono in rovina dopo la loro costruzione, tendono alla rovina ancora prima di essere costruite.
Questa messa in scena antiromantica evoca l’idea ormai screditata del tempo e di altre cose fuori moda. Le periferie esistono senza un passato razionale, fuori dai ‘grandi avvenimenti’ della storia. Beh, ci possono anche essere delle statue, una leggenda e due o tre curiosità, ma non il passato, solamente quello che avviene per il futuro.  Un’utopia senza fondo … Passaic sembra piena di ‘buchi’, se comparata a New York City, che sembra ben impacchettata e solida; in un certo senso, questi buchi sono delle lacune monumentali che evocano, senza volerlo, le tracce di un insieme di futuri all’abbandono. Sono quei futuri che troviamo nei film utopici di serie B, e che poi vengono imitati dagli abitanti delle periferie.
L’ultimo monumento è una grande vasca di sabbia … Evocava la tetra dissoluzione di interi continenti, l’essicamento degli oceani; sparite le verdi foreste e le alte montagne, tutto quello che era esistito non era latro che milioni di granelli di sabbia, un immenso ammasso di ossa e pietre polverizzate. Ogni granello era una metafora morta … una tomba a cielo aperto su cui i bambini giocavano gaiamente … Mi piacerebbe stabilire l’irreversibilità dell’eternità per mezzo di una semplice esperienza che provoca l’entropia. Immaginate questa vasca di sabbia divisa in due, una parte di sabbia nera e l’altra di sabbia bianca. Prendiamo un bambino e facciamolo correre nella vasca per cento volte seguendo la direzione delle lancette di un orologio, fin quando la sabbia si mescola e comincia a diventare grigia; poi facciamolo correre in senso inverso; questo non porterà a ristabilire la divisione iniziale, ma a un aumento del grigio e a un’entropia accresciuta. Certamente se filmassimo l’azione potremmo fare la dimostrazione della reversibilità dell’eternità mostrandolo all’inverso, ma prima o poi sarà il film che si disintegrerà o sarà perduto, per finire in uno stato di irreversibilità”.

Robert Smithson, The Monuments of Passaic, 1967

 

 

©Chiara Ferrin